Sette ragioni per amare la filosofia by Giuseppe Cambiano;

Sette ragioni per amare la filosofia by Giuseppe Cambiano;

autore:Giuseppe, Cambiano; [Cambiano, Giuseppe ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Filosofia, Biblioteca paperbacks
ISBN: 9788815371522
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2022-07-15T00:00:00+00:00


Il padre di Tristram era convinto che fosse preferibile avere nasi grandi anziché piccoli e raccoglieva in proposito opinioni da ogni parte, le faceva sue, tanto più quanto più erano «lontane dal comune sentiero», e le difendeva «con le unghie e con i denti». E anche qui Sterne commenta: «V’era un maledetto ostacolo in questo: la scarsezza di materiale atto ad apprestare una difesa capace di resistere ad un attacco duro, giacché pochi uomini di grande ingegno hanno applicato il loro genio a scrivere libri sull’argomento dei grandi nasi». L’ostinazione nelle proprie opinioni, non fondata su argomenti solidi, ha difficoltà a resistere alle obiezioni, ma di solito non ne tiene conto. Sono soprattutto le passioni a produrre tale ostinazione. Don Chisciotte incontra una compagnia di mercanti a cavallo e li scambia per cavalieri erranti, si mette in mezzo alla strada e grida: fermi tutti, se tutti non riconoscono che non c’è al mondo donzella più bella di Dulcinea del Toboso. I mercanti si rendono subito conto che è matto, ma uno dice: non conosciamo la signora, mostrateci almeno un suo ritratto e saremo lieti di riconoscere la verità. Don Chisciotte trova questa risposta non solo presuntuosa, ma innaturale: devono riconoscere la verità della sua asserzione senza bisogno di prove e dimostrazioni. La devozione amorosa di Don Chisciotte verso una donna immaginaria si traduce in una pretesa di verità, che richiede adesione senza condizioni. La cosa non ha gravi conseguenze nel romanzo, ma esemplifica atteggiamenti che si possono tradurre in non infrequenti tragiche vicende: Emanuela vorrebbe abbandonarmi – dice Gennaro – ma essendo io maschio non può non amarmi e, se non mi ama, non merita di vivere, non ci sono ragioni che possano valere in contrario, è una cosa incondizionatamente vera. Chi aderisce a una tesi contestata, di cui non si può fornire una prova, e tuttavia rifiuta di sottoporla a una libera discussione, è un fanatico. Il fanatico ha bisogno di sicurezza, teme il mutamento e pertanto non sente il bisogno di giustificare le proprie credenze, le mantiene inalterate, costi quel che costi. A volte egli arriva al punto di credere che il mondo sia governato da una cospirazione che tende a nascondere di proposito la verità in cui lui crede. Perciò ritiene che coloro che non condividono le sue credenze non solo sbaglino, ma siano malvagi e perciò meritevoli di essere odiati e annullati. Forse arrivare a riconoscere la possibilità che il proprio modo di pensare non è l’unico, né l’unico sempre infallibilmente giusto, può contribuire a preservare da questi tragici risultati e la filosofia può essere una via per sfuggirvi.

Quello dei filosofi è un mondo di competizioni. A volte la competizione si rivela sterile. Due personaggi del romanzo di Thomas Mann La montagna incantata (1924), sostenitori di concezioni radicalmente antitetiche della vita, sono impegnati in continue discussioni tra loro: uno, l’italiano Luigi Settembrini, laico, massone e democratico, convinto della bontà della natura umana, del progresso e della forza della ragione e della scienza, l’altro, Leo Naphta, ebreo,



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